INFERENZE E DISEGNI

 

Cima dichiara l'insignificanza, l'insufficienza dell'immagine per dar forma ai miti dell'inconscio, non vi è più una figura, un oggetto, vi è il puro gioco come nella pittura di Mirò che è chiaramente ludica.
Annalisa Cima dimostra che il creare è gioco, un gioco giocato; libero anche da quelle vele, fuochi, ombre e luci dei quadri che precedevano.
Così come Sartoris o Terragni sono vicini ai pittori del 1930/40: Fontana, Soldati, Radice, Reggiani, Rho, Prina, Melotti; Annalisa Cima s'innesta nella grande architettura del '900 e la sua poetica si inserisce nella cultura europea e in quella americana che già da tempo decodifica con ironia il passato.
La Cima ha una coscienza europea e internazionale, crea forme per l'aria e la luce, per gli spazi infiniti, quasi fosse spaesata nel limitato spazio terreno.
Oppone, come Brancusi, all'intellettualismo analitico del Cubismo, una unità formale assoluta che identifica: forma e significato, cosa e spazio.
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Giulio Carlo Argan

 

 

La tua arte ha la forza e la poesia della variazione.
Le strisce colorate sono in realtà un insieme aperto e imprevedibile, si sente l'esigenza di un'infinità di ordini.
La stessa cosa si può dire delle tue rappresentazioni figurative, perché concretizzate da un grande rigore teorico e espressivo.
Ti riconosco, in un percorso, sempre coerente e irrequieto.
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Mayer Schapiro

 

Inferenza verticale, 1967 

 

Raptus mentis, 1967 
Quadro scultura a tecnica mista, 118 x 118 cm

 


Procedimento Triadico, 1968

 


Eros,1968
Annalisa Cima

 

Le linee e il fiore, 1968
Annalisa Cima

 

Le parallele e il fiore, 1968
Annalisa Cima

 

La rivoluzione dei fiori, 1968
Annalisa Cima