Annalisa Cima
2. a Cherubino (poesia)

Poesia Genova New York
Vanni Scheiwiller, 
Milano, 1980       

 

1.
Amante amato amandoti
ho gocce negli occhi
e sale nel palato
non vi è iato tra noi
                    siamo
calore calato nel vivere obliando
e quando guardo
                        vedo che sei sole
colore che muta e invita a perdersi
nel solco che dall'ansia dirama.
2.
Gettati gli ultimi fiori
lo troviamo bianco
questo campo di seminagioni.
Vi sono stagioni di pianto
e stagioni dove il canto dei giorni
muta il passato congelato.
E allora percorrere cammini di muschi
uniti nei vapori-sudari
saper cogliere il ritorno
                    di un giorno smarrito

 

3

Con bocca da bambino
                               Cherubino,
hai incatenato le mie anella,
con pupilla divina
ai cancelli delle acque lustrali,
nei viali di erbe
già percorsi per gioco, 
allacci la mia brama.
Trama il tempo
trema l'ardire nel silenzio,
e tiro il filo
che mi tiene avvinta
Aminta mio
che riempi notti
di delicate note rilucenti.

 

4

Cominciò per gioco
poi poco a poco
improvviso il richiamo
degli occhi che mi fanno
                               impallidire.
Chiaro è il nesso tra noi
trame eran già sottese
correvano magie di venti. 
All'alato chiedo
che non fermi il gioco
conosco i segni dell'antico fuoco:
dolce è deporre la saggezza 
a tempo e luogo.

 

5

E quando
ripercorri il cammino
elsa, stelo, regno
del fiorire, 
non vi è arroganza 
nel tuo ardire:
aquila che torni nella roccia
goccia di mille spirali
risali i viali dell'impallidire
quasi terra d'esilio
che t'accolse guerriero
e ti ritrova figlio.

 

6

Luminoso e solo
incantamento di un giorno
rimedio al tedio,
divenire insieme
è sortilegio
di un sole che risale
lucido al mattino.

 

7

L'obiettivo
                è la promessa
terra di significati
nelle ore del proibito.
Mentre immagini
scorrono a ritrattarre
e rafforzare il
rem acu tetigisti.

 

8

La lunga notte dell'oblio
ha lasciato ferite
il risveglio ore amare.
Questo indifeso pensare
ha il sofferto della febbre
fa sentire il mondo
con senso di minaccia.
Puoi la gioia fare rifiorire
con la tua grazia priva di confini?
Inchini del dare, del volere
soggiacere ai nessi che
son fonti di vita:
ammanti, luci, unioni
bosco di librati abbandoni.

 

9

Dimmi senti anche tu
il correre del tempo.
Sembra lontano il giorno
 dell'incantamento.
Muovo i passi
a sottili ritrovi, 
tesi fili di archi
verso acque furtive
dove arcadi insieme andiamo.

 

10

Cucùlo incantatore
                             canta
mentre avanza 
l'ora del tramonto.
E da lontano
voce che giungi 
alla foce dell'immaginare
deponi passo dopo passo
il breve, il lungo tempo
dell'andare.
                 Sogna,
vivi frammenti
con denti rilucenti
furtive deità
                 del trattenere.

 

11

Anche tu invecchierai
e morirai del male del finire.
Resta il tempo per cantare
una mattina ritrovata.

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